“Prima il centro o la periferia? Ecco perché sono risorse l’uno per l’altra”

Sono tanti gli esempi di città e metropoli che sono riuscite a riscoprire la periferia trasformandola in una risorsa per l’intera comunità, da Parma ad Agrigento. Oggi le periferie disegnano il volto nuovo delle generazioni future che abbracciano e impegnano i quartieri più distanti dal centro, ormai preda del caotico traffico e del turbinio diurno. Milazzo ha nel suo cuore una Piana che un tempo era una risorsa fondamentale nei più svariati settori, dal florovivaismo all’allevamento fino all’artigianato. Non solo l’industria dunque. Oggi i quartieri storici della Piana abbondano di degrado e fatiscenza, e chi ha scelto di restare ha umilmente dimenticato le tradizioni di un tempo. Ci sono problemi ben più gravi. A Santa Marina e a Bastione, nel nostro recente tour di denuncia per ascoltare i cittadini, abbiamo raccontato di strade senza asfalto, vie senza rete fognaria, quartieri senza illuminazione, zone prossime alla delinquenza a causa della mancata vigilanza… Tutto questo non è più accettabile.
 
Abbiamo pensato a delle soluzioni, costruite sulle proposte dei residenti e dei liberi cittadini ormai disillusi dalle solite campagne elettorali. Innanzitutto la periferia non è solo “quartiere dormitorio” né mero punto di aggregazione per anziani. La periferia siamo noi, giovani, anziani, famiglie, bambini. Non sono solo case e strade, sono storie, tradizioni, centri d’interesse culturale e sportivo. Rimettere in moto la Piana è possibile, io ci credo. Oltre le soluzioni che riguardano le emergenze più gravi come suddetto, bisogna ripristinare i centri sociali per anziani in tutti i quartieri limitrofi, ripensando al ruolo della pubblica amministrazione per sfruttare le strutture pubbliche per creare degli sportelli di prossimità, ossia dei servizi essenziali per il cittadino nei quartieri più disagiati. Nelle stesse strutture, spesso abbandonate si può pensare, con l’aiuto delle associazioni presenti sul territorio, a servizi di “tata di giorno” ossia “stazioni per bambini” gestite da mamme e maestre in pensione, anche per abbattere i costi degli asili nido. Piccoli centri da 6 bambini, a turni, possono svolgere un ruolo chiave nelle dinamiche famigliari prossime non solo alla periferia, ma a tutto il tessuto urbano.
 
Prima gli anziani o prima i giovani? In realtà sono una risorsa l’uno per l’altra. Istituire degli “orti sociali” lottizzando i terreni comunali o di associazioni, al fine di implementare quel circuito di ascolto e partecipazione tra anziani e nuove generazioni, aiutando così chi non può più permettersi ortaggi, verdure e frutta fresca, prodotti divenuti un lusso per disoccupati e pensionati soli. Un fondo di solidarietà istituito con la partecipazione di enti privati e commercianti, oltre che dal Comune, potrebbe servire per motivare anziani e giovani a tenere pulita la città nei punti strategici delle attività commerciali attraverso lavori socialmente utili. Le scuole devono tornare ad essere il cuore della famiglia milazzese. Bisogna sfruttare e riqualificare queste strutture per lo sport e la mobilità dei bambini attraverso eventi itineranti dentro e fuori gli edifici, coinvolgendo maestre, professori, genitori e palestre. Sono tanti i comuni che si sono attivati per creare consorzi come “Insieme più forti” dove allevatori e vivaisti, formati e istruiti dal Comune stesso, possono promuovere prodotti caseari per esempio, con il logo del Comune di Milazzo. Lo si può fare spendendo davvero poco, per creare allevamenti di lumache o di api, o di vino locale - il mamertino - molto ricercati nel settore cosmetico e della ristorazione. E dunque la Piana che diventa una risorsa per il centro, per i negozi, per le vetrine commerciali. Non è uno slogan ma un progetto di fattibilità immediata. Il Comune deve diventare un centro di formazione continuo per giovani ed anziani che, attraverso le strutture e le risorse pubbliche, possono essere messi in grado di produrre reddito. L’uno risorsa per l’altro. L’alfabetizzazione informatica degli anziani può servire, attraverso computer dati in comodato d’uso, per monitorare le condizioni di salute con la teleassistenza via webcam coordinata dagli operatori socio-sanitari.
 
Per la sicurezza va pensata una “vigilanza notturna” con personale qualificato e telecamere nelle periferie. Una comunità che si prende cura della comunità. Una rete efficiente in cui il Comune è filtro, oltre che vettore. Spendere tanto potrebbe essere difficile in tempi di default della Regione, eppure non è impossibile ripristinare parchi giochi e aree verdi ormai abbandonati, spingendo eventi e mostre itineranti, portando le famiglie a riscoprire il centro, così come la Piana. Il degrado del campo sportivo di Santa Marina ci ha motivato a credere nella riconversione di questi impianti, alla loro messa in sicurezza, alla loro rivalutazione sostanziale. E’ possibile che questi impianti, così come molte delle scuole che abbiamo visitato, non abbiano un defibrillatore ed un kit di primo soccorso? E’ possibile che manchino delle piastre d’emergenza collegate al 118, che deve far fronte ad un’utenza costantemente in crescita? Si parla tanto di servizio pubblico, ma nessuno propone il Bike Sharing, dove spesso sono gli stessi privati a ottenere i benefici più grandi. Nelle grandi città si è pensato a delle social bike card per gli anziani, che possono così spostarsi con le bici elettriche in assoluta libertà. Non è il nostro presente ma il vostro futuro. Non viene prima la periferia o prima il centro. Non ci sono solo giovani e non ci sono solo gli anziani. Non è una guerra generazionale. Siamo tutti risorse l’uno per l’altra. Il Sindaco e i cittadini, il Comune e gli elettori. Un nuovo inizio è possibile. Noi ci crediamo. Io ci credo.
Lorenzo Italiano

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